Il 2019 ha segnato un vero e proprio traguardo per la diffusione dei veicoli elettrici in Italia, raggiungendo la cifra considerevole di 1000 unità immatricolate ogni mese. I dati incoraggianti, non sono solo il frutto di una mutata sensibilità nei confronti dell’ambiente e dei mezzi di trasporto ad emissione ridotte, ma anche il segno del successo degli incentivi inaugurati nella manovra finanziaria 2019. Infatti, grazie al bonus rottamazione dedicato, chi decidesse di acquistare un’auto elettrica, può godere, in caso di rottamazione, di un incentivo fino a 6000 euro su mezzo nuovo. A tale agevolazione si aggiunge quella dedicata alle colonnine di ricarica per le auto elettriche. È prevista, infatti, una detrazione fiscale del 50% per un massimale di 3000 euro, per tutti coloro che acquisteranno o sostituiranno impianti di ricarica per veicoli elettrici, a partire da marzo 2019 fino a dicembre 2021. La detrazione dell’imposta sul reddito è applicabile sull’Irpef sia per i privati cittadini che per i condomini che si doteranno delle colonnine.

Veicoli elettrici, un mercato in grande ascesa

Come suggeriscono i numeri sopra citati, il mercato relativo ai veicoli elettrici, sebbene sia ancora una piccola nicchia, sta subendo un incremento particolarmente interessante. Le vendite dei veicoli elettrici, nel 2019, sono praticamente raddoppiate e il futuro sembra riservare un vero e proprio boom
per questi veicoli ad emissione zero, che imporrà una ristrutturazione delle infrastrutture, nello specifico delle colonnine elettriche dedicate alla ricarica dei veicoli, che già oggi è in forte crescita, sia nel pubblico che nel privato. Questo aspetto quindi, come sottolineato dai produttori, è di vitale importanza, per la crescita del mercato stesso, perché costituirebbe un forte incentivo per la diffusione di questi veicoli.

Come si ricarica un’auto elettrica

Il meccanismo di ricarica di un’auto elettrica è, di fatto, molto semplice e non implica maggiori sforzi rispetto ad azioni quotidiane che siamo abituati a compiere, come ricaricare i nostri cellulari o elettrodomestici in generale. Ovviamente, quando parliamo di veicoli elettrici, dobbiamo tenere conto
delle maggiori dimensioni delle batterie e quindi di tempi di durata più lunghi, soprattutto se utilizziamo le normali prese domestiche, che però, spesso non hanno abbastanza potenza e quindi risultano molto lente e precludono l’utilizzo contemporaneo con altri elettrodomestici elettrici. Più rapide, invece, le stazioni di ricarica disseminate in città. Da questo punto di vista, l’Italia ancora stenta a decollare, infatti, in previsione di un mercati in costante crescita, ovvero quello dei veicoli elettrici, il nostro territorio conta solo 8200 punti di ricarica, tra i quali dobbiamo conteggiare anche le colonnine messe a disposizione da privati (Smart Mobility Report) . Inoltre ancora un po’ farraginoso, risulta il sistema per individuare i “distributori” con colonnine di ricarica. Infatti, non esiste una vera e propria  mappatura, e l’utente dovrà necessariamente cercare sui siti e sulle app dei singoli distributori per verificare i punti più vicini.

Metodi e tempi di ricarica per i veicoli elettrici

Le colonnine pubbliche possono essere fornite di erogatori di elettricità a corrente alternata, oppure a corrente continua. Le differenze fra le due tipologie è sostanziale, infatti le prime arrivano a erogare fino a 22 Kw/h, mentre per le seconde, la potenza è molto più alta, fino a 150 Kw/h. Questo significa
che anche i tempi di ricarica variano molto. Le colonnine a corrente alternata impiegano più tempo, generalmente alcune ore, prima di fare un “pieno” alla batteria dell’auto. Quelle a corrente continua, invece, solo pochi minuti. Bisogna però sottolineare che non tutte le auto hanno lo stesso tipo di predisposizione per la ricarica e anche le prestazioni non sono le stesse. Viene da se che a determinare i tempi di ricarica sarà anche la tipologia di impianto presente sul nostro veicolo. Per esempio, alcuni mezzi, auto o scooter che siano, non riescono ad assorbire tutta l’elettricità erogata al secondo, e quindi sono predisposte già dalla fabbrica con un tipo di ricarica più lenta. Non tutti i veicoli poi, in generale, possiedono una predisposizione per ricariche attraverso corrente continua. È bene quindi, già in fase di acquisto del veicolo, verificare se è presente lo standard “CHAdeMo” o,in alternativa “CCS”. In questo caso, avremo a disposizione sia il connettore per la corrente alternata che quella continua e saremo certi di avere a disposizione la modalità di ricarica più rapida.

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